Il suo secondo mandato scadrà esattamente fra un anno, a novembre 2018. Ma Susanna Camusso potrebbe anche chiudere in anticipo la propria esperienza alla guida della Cgil se le venisse offerto un seggio in Parlamento. L’interessata per ora ha stoppato qualsiasi ipotesi di ‘discesa in campo’. A metà settembre, alla festa della Cgil a Lecce, Camusso ha detto chiaro e tondo che “la scelta di non candidarmi non è solo personale ma è anche una scelta per la Cgil. Questa non è una critica per chi in passato ha fatto la scelta di stare in Parlamento, ma ci sono stagioni e stagioni”. Vedremo se sarà veramente così. Anche perché i suoi due predecessori, Sergio Cofferati e Guglielmo Epifani, hanno fatto il ‘grande passo’, sbarcando chi all’Europarlamento (il primo) chi alla Camera (il secondo) col Pd, prima di dire addio in polemica con la linea di Matteo Renzi, uno degli arcinemici dell’attuale leader della Cgil.
Pesi e contrappesi – L’unica cosa certa, al momento, è che la corsa per la successione è già in fase avanzata. I nomi sul tavolo sono tre: si tratta di Serena Sorrentino, Vincenzo Colla e Franco Martini. Non in rigoroso ordine di gradimento, però. Perché se è vero che, come recita il vecchio adagio, gli ultimi saranno i primi, su Colla e la Sorrentino alla fine potrebbe spuntarla proprio Martini. Sessantaquattro anni, nato a Tunisi ma cresciuto a Prato (la sua famiglia è originaria di Livorno), Martini è entrato nella Confederazione Generale Italiana del Lavoro nel 1975, a 22 anni. Prima segretario generale della Camera del lavoro di Prato, poi membro della segreteria regionale della Cgil Toscana – della quale è diventato segretario generale dal ’92 al 2000 – Martini sbarca a Roma per guidare la Fillea, il sindacato dei lavoratori delle costruzioni. Poi a settembre del 2008 viene eletto segretario generale della Filcams, la categoria della Cgil che organizza e rappresenta i lavoratori del Commercio, Turismo e Servizi, infine il 23 giugno 2014 entra in segreteria nazionale confederale. Uno al quale l’esperienza non manca, insomma. Stesso discorso per Colla. Piacentino, classe 1962, nell’ultimo anno il 55enne ha scalato posizioni nel sindacato di Corso d’Italia grazie anche all’appoggio delle più potenti federazioni di categoria, a partire dai pensionati (Spi): 2.863.318, oltre il 50 per cento del totale di quelli della Cgil secondo l’ultimo dato disponibile (aggiornato al 31 dicembre 2016) sul sito Internet.
Terza via – La terza e ultima ipotesi in campo è quella della Sorrentino. A dispetto dell’età l’attuale responsabile della funzione pubblica della Cgil, originaria di Arzano (Napoli), vanta anche lei una lunga esperienza nella Cgil. Nata nel 1978, proprio l’anno in cui Luciano Lama annunciava la “svolta dell’Eur”, Sorrentino si è avvicinata al sindacato di Corso d’Italia nel ’94, a soli 16 anni. Da quel momento in poi la sua carriera è stata in costante ascesa, tanto da approdare nel 2010, a 32 anni, nella segreteria di Epifani col ruolo di responsabile delle politiche sulle Pari opportunità. Chi la conosce la descrive come una persona attenta, riflessiva, mai sopra le righe e senza troppa voglia di apparire. Anche se qualche incursione televisiva, in questi anni, se l’è concessa pure lei. Come quando a gennaio di quest’anno, seduta nel salotto di Porta a Porta, è stata protagonista di un serrato confronto con Tommaso Nannicini, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio e braccio destro del segretario del Pd, al quale il 20 settembre 2014 “Serena” aveva indirizzato un tweet al veleno: “La Cgil vuole estendere lo statuto dei lavoratori a tutti, Matteo Renzi vuole licenziare liberamente tutti. Chi è che difende diritti/lavoro?”. Una alla quale, indubbiamente, il carattere non manca.
Articolo scritto il 22 novembre 2017 per La Notizia