«I miei figli non saranno in campo alle Europee». Silvio Berlusconi lo ha assicurato sabato 22 marzo da Roma. Conoscendo l’ormai ex Cavaliere, non sappiamo se crederci o meno. Di certo è la prima volta – dopo voci di corridoio e retroscena sui giornali – che l’uomo di Arcore interviene direttamente sull’argomento. Lo fa dopo la conferma dell’interdizione dai pubblici uffici da parte della Cassazione. E infatti, dal palco dell’auditorium del Seraphicum dell’Eur (dove è andata in scena la prima conferenza dei club “Forza Silvio” del Lazio), egli non ha risparmiato nuovi attacchi alla magistratura, definita «un contropotere dello Stato».
Non sappiamo, come detto, se Marina e Barbara (Pier Silvio se n’è già tirato fuori) saranno realmente fuori dalla corsa per il rinnovo del Parlamento europeo – le elezioni si svolgeranno il prossimo 25 maggio. A questa situazione si può comunque dare una doppia lettura.
La prima, forse la più ovvia, è che quella di Berlusconi sia una boutade, un voler gettare fumo negli occhi di chi, negli ultimi mesi e settimane, ha indicato nei suoi figli l’unica via per cercare di stare al passo con il Pd di Matteo Renzi, il 38enne che nel giro di pochi anni si è preso tutto, compreso Palazzo Chigi. In Forza Italia sono molti quelli che vedono Marina e Pier Silvio come i successori naturali del padre Silvio. La prima, per il momento, ha sempre rispedito l’invito al mittente; il secondo, viaggiando sulla stessa lunghezza d’onda, non sembra intenzionato a lasciare l’azienda di famiglia (Mediaset) per gettarsi nell’agone politico. Pare comunque ovvio che, nel giorno del “giudizio”, difficilmente i due potranno tirarsi indietro. Barbara è invece più staccata soprattutto fra chi, come i vari Brunetta e Romani, non vede nella dynasty familiare di B. la soluzione per poter ridare lustro ad una creatura creata ad immagine e somiglianza dell’ex premier. Fattore che è stato, dal 1994 ad oggi, la delizia ma anche – e soprattutto – la croce del centrodestra italiano.
Il rovescio della medaglia è una strategia molto più certosina, che vuole Berlusconi “consapevolmente perdente” alle elezioni Europee a vantaggio del Pd Matteo Renzi. Il motivo? Entrare – anzi meglio: rientrare – nella maggioranza di un governo a trazione Pd dopo il 25 maggio. Da un lato, ciò permetterebbe a Forza Italia di recuperare punti agli occhi di un elettorato che dopo Berlusconi vede ben poco, e che potrebbe (in casi non troppo estremi) virare sul M5S di Beppe Grillo; dall’altro, questo scenario permetterebbe all’ex Cav. di ingabbiare il «traditore» Alfano e il Nuovo centrodestra, il partito nato dopo l’implosione del Pdl. Su Berlusconi pesa come un macigno la condanna per i diritti Tv Mediaset. Il 10 aprile, giorno in cui egli saprà dove sconterà la sua pena, si avvicina. L’orologio scorre. Già in settimana, da Arcore, potrebbe uscire la strategia definitiva. Non è da escludersi l’ennesimo colpo di teatro.
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