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Archive for luglio, 2011

Lo “Squalo” è pronto a “mordere” anche in Italia

lunedì, luglio 11th, 2011

Una parola, semplice e d’impatto: Italia. Dovrebbe chiamarsi così, secondo le indiscrezioni riportate sabato 9 luglio dal Corriere della Sera, il nuovo quotidiano che Rupert Murdoch è pronto a lanciare a breve nel nostro paese.

Dopo la chiusura del News of the World, e il polverone che nelle ultime ore si sta facendo sempre più denso (secondo il Daily Mirror sarebbero state spiate anche le vittime dell’11 settembre 2001), pare che il figlio James abbia chiesto al padre-magnate il parere su un’idea che ha comunque già preso forma (secondo il quotidiano di Via Solferino il nome della testata è già stato registrato, con firme e nomi mai riconducibili al tycoon australiano).

Perchè investire in Italia, viene da domandarsi? La risposta è semplice: nel nostro paese il gruppo News Corporation non possiede un giornale. In ambito televisivo c’è Sky Italia, che ha oltre 7.600 dipendenti, dal 2003 ad oggi ha fatturato 15,9 miliardi di euro, e propone ai suoi abbonati un’offerta in continua espansione. Ora, però, è tempo di cambiare rotta e cimentarsi (anche) in altro. James, dicono i ben informati, vede ormai prossima la fine della carriera politica di Silvio Berlusconi. Sarebbe questo uno dei motivi che ha portato a fugare ogni dubbio: non avere più al governo il “nemico” numero uno nel settore dell’editoria privata è di per sè un buon inizio. 

Sembra che Rupert Murdoch non sia così convinto del nuovo prodotto, ma la prossima settimana ci sarà un incontro con il figlio per capire il da farsi.

Murdoch annuncia la chiusura del “News of the World”

venerdì, luglio 8th, 2011

La notizia pura e semplice è questa: il News of the world, storico domenicale britannico nato nel lontano 1843 e controllato dalla News Corporation di Rupert Murdoch, chiude. E lo fa forzatamente, dopo essere stato travolto dall’ormai noto “hackgate“, che ha messo sul banco degli imputati il direttore esecutivo di News International Rebekah Brooks, l’ex Royal Correspondent Clive Goodman e l’ex portavoce del premier inglese Cameron Andy Coulson (che è stato arrestato quest’oggi con le accuse di intercettazioni illegali e pagamenti illegali alla polizia).

Lo scandalo che ha travolto il giornale è venuto alla luce pochi giorni fa. I giornalisti del settimanale avrebbero effettuato intercettazioni in maniera abusiva, e corrotto degli agenti di polizia, per avere informazioni strettamente riservate su politici, personaggi dello spettacolo, sulle famiglie di vittime degli attentati del 7 luglio 2005 a Londra e di altri importanti fatti di cronaca. Giovedì 7 luglio il figlio dello “Squalo”, James Murdoch, ha ufficialmente reso nota la chiusura del secolare organo di stampa, il cui ultimo numero sarà in edicola domenica prossima.

Lo scandalo, oltre alle tre figure indicate in precedenza, riguarda direttamente anche il primo ministro britannico David Cameron, visti i suoi rapporti con Coulson. Il leader dei conservatori si è detto «disgustato» dalla vicenda, ed ha annunciato l’apertura di due diverse inchieste sul caso: una a cura di un magistrato e l’altra incentrata sull’etica dei media. «Ci serve un sistema completamente nuovo e una commissione di inchiesta suggerirà le nuove regole che tengano conto del diritto delle persone alla privacy e quanto è nel pubblico interesse», ha concluso Cameron.

Secondo quanto riportato da alcune testate britanniche, pare che Scotland Yard avesse già indagato sull’hackeraggio, prima insabbiando le prove, poi ripartendo con le verifiche. Perchè tutto ciò? Un lato oscuro su cui occorre necessariamente fare luce.

Manovra, ci mancava solo il caso del lodo Mondadori

martedì, luglio 5th, 2011

Ce n’è per tutti i gusti. Per non farci mancare nulla, ogni giorno scopriamo che all’interno della manovra finanziaria ci sono voci “losche” che non aiutano la ripresa dell’economia e che di fatto puniscono sempre e solo i comuni cittadini.

Dopo il mancato taglio ai costi della politica e la rivalutazione della pensioni, l’ultimo scandalo è a pagina 105 del testo redatto dal Governo per dare una svolta alla difficile situazione economica in cui ci troviamo, e che riguarda la questione del cosiddetto lodo Mondadori. «Disposizioni per l’efficienza del sistema giudiziario e la celere definizione delle controversie»: è questo il titolo di quella che in molti hanno giù definito come l’ennesima norma ad personam. Ma cosa fa di preciso? Modifica gli art. 283 e 237 del codice di procedura civile, sospendendo (anche) l’esecutività del maxi risarcimento che Fininvest deve pagare alla Cir (Compagnie industriali riunite) di Carlo De Benedetti (750 milioni di euro, poi ridotti di un 25-30% per un errore di calcolo). Si fa riferimento all’episodio, inserito all’interno della “Guerra di Segrate“, in cui Silvio Berlusconi divenne presidente del gruppo editoriale Mondadori (25 gennaio 1990), con cui l’attuale patron de la Repubblica aveva un precedente accordo. Malgrado la decisione dell’arbitrato, che diede ragione a De Benedetti, la I sezione civile della Camera di Appello di Roma (presieduta da Arnaldo Valente e dal giudice relatore Vittorio Metta) riconsegnò le chiavi dell’azienda all’attuale Presidente del Consiglio. Nel 1995, dopo le rivelazioni della superteste Stefania Ariosto, la magistratura iniziò ad indagare sulla questione. Nel 2007 i giudici stabilirono che il passaggio fu operato attraverso la corruzione di Metta, mentre nel 2009 arrivò la sentenza di primo grado: la Cir deve essere risarcita di 750 milioni di euro dalla Fininvest.

Ecco, allora, la norma ad hoc. Il comma obbliga il giudice a sospendere l’esecutività della condanna nel caso in cui il risarcimento superi i 20 milioni. Se il prossimo 9 luglio la Corte d’Appello di Milano dovesse confermare la sentenza, il risarcimento non avverrebbe prima delle pronuncia della Cassazione. La Lega Nord non l’ha presa bene, l’opposizione men che meno.

E menomale che pochi giorni fa Angelino Alfano, nel primo discorso da segretario politico del partito, ha parlato di onestà. Chapeau (per il coraggio avuto nel pronunciare quella parola).

Post scriptum – Per dovere di cronaca va aggiunto che, dopo la pubblicazione di questo articolo, il Premier ha deciso di ritirare la norma. «Per sgombrare il campo da ogni polemica ho dato disposizione che questa norma giusta e doverosa sia ritirata», ha dichiarato Berlusconi.

Neanche le regioni di centrosinistra vogliono i rifiuti della Campania

lunedì, luglio 4th, 2011

Pare proprio che alla fine, parafrasando l’amico Bersani, Luigi De Magistris dovrà «rimboccarsi le maniche» e aiutare gli uomini della nettezza urbana di Napoli a spalare i rifiuti. Nessuno vuole infatti farsi carico delle migliaia di tonnellate di immondizia di cui il capoluogo e l’interland sono invasi. Neanche, come si legge oggi sul Corriere della Sera, le regioni governate dal centrosinistra.

Oltre a Lazio e Lombardia, guidate da esponenti del Pdl (Polverini e Formigoni), anche Emilia, Umbria e la Puglia di Nichi Vendola non intendono aiutare la Campania. Unica eccezione è quella della Toscana. Il Governatore Enrico Rossi è l’unico ad aver affermato: «Risolviamo l’emergenza, poi facciamo a pugni. Il Governo dovrebbe convocare tutte le regioni, ognuno deve fare la sua parte». Le ragioni dei «no» sono le più disparate: «In Umbria - dice l’assessore regionale all’Ambiente Silvano Rometti – delle 7 discariche presenti 4 sono esaurite, e 3 sono in fase di saturazione». Anche Vasco Errani si è tirato indietro, mentre in Puglia ci sono problemi pregressi: dal 2008 sono state smaltite oltre 120.000 tonnellate di immondizia campana, ma i Carabinieri hanno scoperto che nelle discariche pugliesi finiva anche spazzatura ”non sigillata” e “diversa” rispetto a quelle concordata.

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, pochi giorni fa, ha definito «insufficienti» le misure prese dal Governo. Ora, molto probabilmente, dovrà richiamare tutti all’ordine. Prima che sia troppo tardi.