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Archive for the ‘Esteri’ Category

La differenza fra “good” e “bad” journalism (2)

martedì, maggio 10th, 2011

Solo poche settimane fa vi avevo documentato su un episodio che spiegava bene quale fosse la differenza fra giornalismo “buono” e giornalismo “cattivo”. Vi ricorderete la barzelletta di Berlusconi prontamente censurata dalla cronista di parte che, a fine performance, rassicurava il Premier sulla non riproducibilità delle sue dichiarazioni (vedi qui).

Una situazione analoga, che non coinvolge il Presidente del Consiglio ma il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, è al centro di questo mio secondo intervento sull’argomento. “Ma perchè i giornalisti non fanno più le domande?“, si chiedono in molti. Lo faccio anche io, che sogno di fare questo mestiere e che vedo politici lasciati totalmente liberi di parlare senza un minimo di contraddittorio.

Durante la presentazione del codice di riforma del settore turistico, il 5 maggio scorso nella sede della presidenza del Consiglio dei ministri, la Brambilla incontra i giornalisti e senza remore esordisce chiedendo: “Va bene se faccio qualche dichiarazione io?“. Ci sono nove microfoni pronti a raccogliere le sue frasi, ma nessuna voce si leva per rispondere: “No!“. E quindi parte il soliloquio (guarda il video de \”Il Fatto Quotidiano\”). In gergo giornalistico la chiamano “smicrofonata“. Detto in parole povere può essere definito come totale asservimento al potente di turno.

Se questo è giornalismo…!

La classe di un uomo straordinario di nome Barack Obama

domenica, maggio 1st, 2011

A me Barack Obama piace. Anzi, è sempre piaciuto, addirittura prima che diventasse Presidente degli Stati Uniti. E l’episodio di cui hanno parlato oggi i giornali e i telegiornali di tutto il mondo rafforza la sua immagine in maniera clamorosa, perchè c’è modo e modo di attaccare l’avversario, ma farlo con classe è la migliore delle strade da percorrere.

Mio padre mi ha insegnato una cosa (perdonate la parolaccia!): “Puoi dire a qualcuno che è uno stronzo in due modi: 1- Glielo dici a brutto muso, rischiando di provocarne la reazione stizzita; 2- Glielo dici con il sorriso, ottenendo lo stesso risultato (quello che gli vuoi comunicare è il fatto che per te sia uno stronzo), e vedrai che magari chi hai davanti rifletterà sulle tue parole“.

Obama ha eseguito alla lettera quanto dice il punto numero 2. Qualche giorno fa Donald Trump, il miliardario considerato uno dei suoi possibili sfidanti nella corsa alla presidenza, aveva messo in discussione le origini americane del Presidente, tanto da costringere il suo entourage a pubblicare su tutti i giornali il certificato di nascita di Barack. Durante la cena con i corrispondenti (classico appuntamento annuale), però, è arrivata la risposta di Obama. “Come diventebbe la Casa Bianca con Trump Presidente? Eccola!“. E parte l’immagine di una White House trasformata in un grande casinò con tanto di piscina idromassaggio nel giardino (in riferimento a una delle principali attività economiche di Trump, attivo nel settore delle case da gioco). Tutto ciò sotto gli occhi del paperone, che ha incassato il colpo senza proferire parola. La simpatica scenetta è stata poi anticipata dal “video della nascita di Obama“, che altro non era che il cartone della Disney “Il Re Leone“.

La grandezza e al tempo stesso la semplicità di uomini straordinari si vede in questi piccoli gesti. E Obama è un uomo straordinario.

Neri che vogliono diventare bianchi

sabato, aprile 30th, 2011

Il sito Internet de “La Stampa” ha pubblicato un articolo interessante, che documenta come sempre più uomini, donne e bambini africani facciano uso di sostanze per sbiancare la loro pelle. Si, avete capito bene. Dite la verità, la prima persona che vi viene in mente è Michael Jackson. Eppure pensate che, dopo la sua morte, si è scoperto che il passaggio dall’essere nero a bianco non è stato “volontario”, ma frutto di una malattia (la vitiligine) che gli era stata diagnostica nel lontano 1984.

Forse memori di quanto accaduto al “Re del Pop“, molti africani ripudiano oggi il colore della loro pelle e cercano lo sbiancamento. Lo fanno utilizzando prodotti che l’Unione Europea ha messo al bando nel 2001, quali “Clair and White“, “X-White” e “L’Abidjannaise“. “Pozioni magiche” che sono irritanti, pericolose per l’ambiente ma, soprattutto, potenzialmente cancerogene, vista la presenza dell’idrochinone (un fenolo usato in dermatologia come depigmentante nel melasma, l’alterazione a livello cromatico della cute, caratteristica della gravidanza) che è presente in percentuali superiori al 5%.

Leggere notizie simili, nel 2011, fa riflettere. Soprattutto se si parla ancora di problematiche legate al colore della pelle. “Gli uomini ci preferiscono così” si giustificano infatti molte delle donne intervistate a riguardo. “Purtroppo non si tratta più di casi isolati – dice la dermatologa Suzanne Oumou Niang dell’ospedale “Aristide Le Dantec” di Dakar – In Giamaica più sei nero più sei puro. In Africa, paradossalmente, avviene il contrario. Queste creme contengono costicosteroidi dagli effetti collaterali micidiali. Il guaio è che si possono acquistare ovunque, senza bisogno di prescrizioni mediche. Provocano acne, smagliature, macchie nere, ascessi, quando va bene. Quando va male, sono causa di retinopatie, diabete e tumori“.

Una possibile soluzione al problema potrebbe essere l’istruzione sanitaria: insegnare agli abitanti dei paesi in questione gli effetti devastanti di questi prodotti può essere un buon inizio. Anche se la soluzione adottata dalla Ue dieci anni fa sembra la migliore.

Quando il denaro supera il vero amore

giovedì, aprile 28th, 2011

Domani è il grande giorno: William e Kate diventeranno ufficialmente marito e moglie. Le televisioni di tutto il mondo hanno sguinzagliato migliaia di inviati per seguire passo dopo passo il “matrimonio del secolo“. Se qualche giorno fa vi ho documentato su quanto questo evento possa costare alle (malmesse) casse d’Inghilterra, oggi è giusto parlare del presunto accordo prematrimoniale fra i due sposi.

Ne ha dato notizia la “Bild“, ma da Buckingam Palace nessuno ha confermato nè smentito. Riporto testualmente dall’articolo pubblicato oggi sul “Corriere della Sera“: se William e Kate finissero per divorziare, la Middleton perderebbe l’affidamento degli eventuali figli; dovrebbe rinunciare al titolo di altezza reale; non potrebbe più vivere in nessuna delle dimore reali; non otterrebbe un penny del patrimonio di William (attualmente sui 13 milioni di sterline, che salirebbero a 325 in caso di decesso della nonna); e non potrebbe rivelare nulla della sua vita coniugale e della famiglia reale, pena una multa “a sette cifre”.

Ecco, a me sembra un vero e proprio matrimonio di convenienza. Se due persone sono veramente innamorate devono sottoscrivere patti di questo tipo? A conti fatti Kate, etichettata da tutti come la ragazza della porta accanto, poteva sposare qualsiasi altro giovanotto inglese. Ma ha scelto William, che non è un signor nessuno. Lui, dal canto suo (se fosse vera la notizia dell’accordo, precisiamo), ha deciso di tutelarsi, forse memore di quanto accaduto al padre Carlo con Lady Diana.

A questo punto, provocatoriamente, domando: ma si può parlare di matrimonio? Lascio rispondere voi, il mio punto di vista credo sia abbastanza chiaro. I reali d’Inghilterra sono comunque in buona compagnia: in questa lista esclusiva vanno annotati anche i nomi di Brad Pitt e Angelina Jolie, di Tom Cruise e Katie Holmes, di Michael Douglas e Catherine Zeta-Jones etc… Pensate che il padre della Holmes ha fatto firmare a Cruise un accordo prematrimoniale che prevede il versamento di 5 milioni di dollari in caso di tradimento e il divieto assoluto per entrambi di rivelare i dettagli della propria vita privata, mentre per ogni anno passato insieme a Douglas, la Zeta-Jones incassa la bellezza di un milione e mezzo di euro (i suoi legali, al tempo, ne avevano chiesti il triplo).

Quando il denaro supera il vero amore, quindi. Roba da ricchi, per fortuna.

Il Grande Fratello dei detenuti

lunedì, aprile 25th, 2011

Ma cos’è, il Grande Fratello?“. È stata la prima cosa che ho pensato dopo aver letto questa bizzarra notizia: negli Stati Uniti, precisamente nella contea di Maricopa (Arizona), uno sceriffo mette online le foto dei detenuti e chiede ai cittadini di votare la “foto segnaletica del giorno“.

Lui è Joe Arpaio, “lo sceriffo più duro d’America“, e dal 1992 controlla a Maricopa gli oltre 10.000 detenuti del carcere. Gli abitanti della contea, manco a dirlo, si sono catapultati sul web per esprimere la loro preferenza, ma la stravagante iniziativa non poteva non provocare la reazione di molte associazioni che difendono i diritti dei carcerati, che protestano per un motivo in particolare: il fatto che sotto la foto pubblicata sul sito, oltre alla data dell’arresto, venga inserito anche il nome e il cognome del detenuto.

Esiste, a livello giuridico, la presunzione di innocenza: chiunque venga accusato di un reato non può essere incolpato se non prima di un regolare processo. Tutto ciò Arpaio sembra averlo dimenticato, ma lo spietato vigilante combina anche di peggio: per colpire i detenuti più indisciplinati, infatti, lo sceriffo li costringe a indossare indumenti intimi rosa, molto simili a quelli femminili. A casa mia si chiama “mania di protagonismo“, ma per i conservatori statunitensi questo signore sarebbe un ottimo candidato al Senato nel 2012. A ognuno il suo.

L’Inghilterra è in trepida attesa per il matrimonio reale. Ma quanto gli costa?

domenica, aprile 24th, 2011

Dagospia l’aveva simpaticamente definita la “Purga Cameron“: la manovra decisa dal primo ministro conservatore che in Inghilterra, entro il 2015, taglierà 81 miliardi, ridurrà i fondi per il welfare di altri 7, brucerà mezzo milione di posti di lavoro pubblici e alzerà l’età della pensione per uomini e donne a 66 anni nel 2020.

Era l’ottobre scorso, sono passati quasi sette mesi, e il focus dell’attenzione mediatica nel regno di Sua Maestà si è spostato sul “matrimonio del secolo” fra William e Kate. Giornali e telegiornali di tutto il mondo (i nostri, manco a dirlo, sono in pole position) ci aggiornano quotidianamente su quanti piatti e bicchieri con le facce dei futuri coniugi sono state vendute, dimenticandosi di dire quanto questo atteso evento costerà alle tasche degli inglesi.

Sebbene il business turistico potrebbe far incassare alla Gran Bretagna circa 600 milioni di sterline, la perdita di giorni lavorativi potrebbe provocare un danno all’economia di ben 5 miliardi. Il 29 aprile, data delle nozze, sarà infatti festa nazionale. Sommati ai festeggiamenti per la Pasqua, gli inglesi avranno a disposizione ben undici giorni di vacanza (tre sono lavorativi, ma in molti hanno sfruttato le arretrate ferie estive in questo periodo), fermando di fatto la produzione.

Ne vale la pena? Finchè i nostri cervelli saranno occupati da notizie inutili e vuote, la risposta è ““.

Giuliano Bignasca, quello che c’è da sapere sul leader della Lega dei Ticinesi

sabato, aprile 23rd, 2011

Conoscete Giuliano Bignasca, leader della Lega dei Ticinesi e fresco vincitore delle elezioni cantonali in Svizzera? Il successo ha permesso al suo partito di aumentare la propria presenza nel Consiglio di Stato, passando da un ministro a due (su un totale di cinque dicasteri).

Da sempre la stampa italiana ha sottolineato l’amicizia del leader ticinese con Umberto Bossi, nonchè la sua ferrea lotta contro i frontalieri, ovvero (secondo quanto afferma l’Unione Europea) “qualsiasi lavoratore occupato sul territorio di uno Stato membro e residente sul territorio di un altro Stato membro“. In questo caso specifico si fa riferimento ai lavoratori lombardi che si spostano quotidianamente in Svizzera per svolgere la loro occupazione e che Bignasca vuole far diventare merce di scambio con il segreto bancario (definito, dal Dipartimento federale delle finanze elvetico, la protezione della sfera privata dei clienti delle banche da interventi ingiustificati da parte dello Stato“).

I giornali del nostro paese si sono però dimenticati di dare due o tre informazioni su questo personaggio, ovvero:

1- Bignasca è stato condannato due volte (nel 1989 e nel 1993) per detenzione di sostanze stupefacenti;

2- Nel luglio del 2008 è stato stato riconosciuto colpevole di “pubblica istigazione alla violenza e ingiuria” dopo aver istituito una taglia sugli autovelox;

3- Nel 2007 pubblicò su “MattinOnline.ch” un articolo dal titolo “Troppi neri in nazionale“, riferendosi ai giocatori della Nazionale svizzera di calcio.

Dettagli non secondari, ma di cui nessuno ha mai parlato.