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La luce rossa sempre accesa e quel voyeurismo incontrollato

lunedì, ottobre 24th, 2011

Il Grande Fratello, il personaggio immaginario creato da George Orwell e presente nel romanzo 1984, sembra aver preso vita. Da anni – e ce ne rendiamo conto proprio questa sera, visto che (ahinoi) in tv inizierà la 12esima edizione del programma condotto da Alessia Marcuzzi – siamo costantemente “accecati” dalla luce dei riflettori, che nostro malgrado ci informano in maniera maniacale e con eccessiva dovizia di particolari di fatti di cronaca (ma non solo).

Quanto accaduto nell’ultima settimana ha poi avvalorato ancor di più la tesi espressa poc’anzi. Sono due i fatti che hanno colpito la mia attenzione. Il primo è quello relativo alla morte di Mu’ammar Gheddafi, il dittatore libico ucciso giovedì scorso da un gruppo di ribelli appartenenti al Cnt (Consiglio nazionale di transizione), dopo 42 anni di tirannia. Il video della sua cattura, ripreso con un telefonino – ce ne siamo resi conto dalla scadente qualità delle immagini – ha fatto il giro del mondo in poche ore. Lo abbiamo visto e rivisto in tutte le salse. Ma peggio ancora è accaduto dopo la sua morte, avvenuta in circostanze ancora tutte da chiarire. Perchè, per fugare i dubbi dei pochissimi che non credevano alla morte del raìs, il suo corpo è stato esposto come trofeo (o bottino di guerra, utilizzare il termine che più vi garba) al mercato dei polli di Misurata. Con, fra un grido di gioia e l’altro, le foto ricordo dell’evento del millennio, manco fossimo a Los Angeles nella famosa notte degli Oscar. Piccola nota a margine di questa prima parte dell’articolo: se il nuovo volto della Libia è questo, tanti auguri!

Ma veniamo a quanto accade fra le mura di casa nostra. Potremmo stare qui a parlarne per giorni e mesi. Forse anni. Ma c’è un episodio – il secondo e ultimo – che pochi giorni fa mi ha lasciato incredulo e sconcertato nel momento in cui ne leggevo il resoconto. Claudia Losito – nome sconosciuto ai più, me compreso, semplicemente perchè non è nessuno se non la compagna di Remo Nicolini, già fidanzato di Guendalina Tavassi, la concorrente del Grande Fratello 11 (a volte ritornano, guarda un po’) – ha partorito in diretta televisiva. Sì, avete letto e capito bene. Il suo parto è stato trasmesso in diretta da Pomeriggio Cinque, il programma condotto da Barbara D’Urso in onda ogni pomeriggio su Canale5. C’è un però, che ha reso questo “evento” assai pericoloso per i pazienti dell’ospedale Santo Spirito in Saxia, che si trova a Roma sul Lungotevere (vicino a San Pietro), dove la donna ha dato alla luce il suo primogenito: le troupe targate Mediaset hanno occupato le corsie del nosocomio, creando non pochi grattacapi al personale clinico, mentre nel parcheggio della struttura le macchine degli operatori hanno parcheggiato nei posti riservati ai motorini (e molti degli infermieri e dei medici usano proprio questo mezzo di locomozione per andare al lavoro). La presidente della Regione Lazio Renata Polverini ha chiesto spiegazioni a riguardo, ma siamo sicuri che il tutto si risolverà in una bolla di sapone.

Quel che è più grave, a mio avviso, è che Pomeriggio Cinque è una testata giornalistica (il direttore è Claudio Brachino): ergo, il programma deve rispettare tutte quelle norme deontologiche che regolano la trasmissione di determinati contenuti. Ne cito due in particolare: la Carta di Treviso e il Codice dentologico, appunto. Il primo documento, firmato il 5 ottobre 1990 da Ordine dei giornalisti, Federazione nazionale della stampa italiana e Telefono azzurro, tutela i minori coinvolti – principalmente – in fatti di cronaca. Per carità, un parto non è un fatto di cronaca, ma le immagini di un bambino appena nato non dovrebbero essere trasmesse di fronte a milioni di persone. O no? Il secondo atto – a cui può essere collegata pure la legge sulla privacy – all’art. 6 recita:

La divulgazione di notizie di rilevante interesse pubblico o sociale non contrasta con il rispetto della sfera privata quando l’informazione, anche dettagliata, sia indispensabile in ragione dell’originalità del fatto o della relativa descrizione dei modi particolari in cui è avvenuto, nonché della qualificazione dei protagonisti“.

Il problema, in questo caso, è che un parto non è nemmeno una notizia (ma forse, dopo aver visto il servizio sui calzini del Giudice Raimondo Mesiano, per Mediaset lo è diventata). Se volete fare i voyeur e guardare il video in questione, eccovi il link: http://video.corriere.it/parto-tv-polemiche-la-diretta/1534dfa8-fb19-11e0-b6b2-0c72eeeb0c77. Buona visione!