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Uccidere in cambio di una colazione

luglio 29th, 2011 by mercantenotizie

Solo pochi giorni fa ci siamo scandalizzati nel leggere e commentare le folli gesta di Anders Behring Breivik, il killer di Oslo e Utoya. C’è però un’altra storia che i giornali on line stanno proponendo in queste ultime ore, che ha proporzioni fortunatamente molto meno vaste alla voce “vittime” ma che fa comunque accapponare la pelle.

Siamo in Galles, nel distretto di Bridgend, noto alle cronache come “Death Town” per essere diventato negli ultimi anni il luogo principe dei suicidi giovanili (fra le fine del 2007 e il 2008 ventidue ragazzi tra i 15 e i 27 anni si sono tolti la vita). E anche stavolta il suo nome è legato ad un fatto di sangue. Joshua Davies, 16enne con la passione per i film violenti, ma anche molto bravo a scuola (un moderno “Dotto Jekyll e Mr. Hyde“) ha ucciso l’ex fidanzata Rebecca colpendola alla testa con una pietra grande quanto una palla da rugby, come riferiscono gli inquirenti.

I due giovani erano stati insieme tempo fa, poi lei aveva lasciato Joshua perchè era troppo invadente e geloso. «La ucciderò», si era promesso lui, tanto da chiedere agli amici cosa gli avrebbero dato in cambio se avesse davvero compiuto il folle gesto. «Una colazione», ha risposto uno di loro. Il 23 luglio scorso lui avvisa l’amico («Non dire niente ma stai per pagare il conto»), poi chiede a Rebecca di incontrarsi, la porta in un bosco, e la uccide. Il giovane abbandona il corpo dell’ex fidanzatina e cerca di crearsi un alibi postando su Facebook una serie di commenti in cui si dice preoccupato per la scomparsa della ragazza. Infine, il ritrovamento del cadavere di Rebecca e la tragica verità.

«Ho cercato di romperle il collo ma lei gridava, così ho preso la pietra. La parte peggiore è quando senti il cranio cedere», ha detto ai giudici del tribunale di Swansea, che giovedì 28 luglio lo hanno condannato per omicidio. Ora Joshua passerà buona parte della sua adolescenza dietro le sbarre: non si sa ancora quanti anni dovrà scontare, ma l’auspicio è quello che dopo un simile gesto non esca tanto facilmente dal carcere.

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