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Posts Tagged ‘Stefano Fassina’

Sinistra in movimento. E i Democratici per il No lavorano al loro partito. Gli anti-renziani vogliono andare oltre il Pd

mercoledì, dicembre 14th, 2016

Democratici_per_il_noSono nati con l’intento di combattere dall’interno la riforma costituzionale targata Renzi-Boschi. E alla fine il loro apporto è stato importante, visto che secondo l’analisi dell’Istituto Cattaneo fra il 20 e il 40% dell’elettorato Pd nelle varie città ha votato contro le indicazioni di partito. Ecco perché adesso sognano in grande. I Democratici per il No vogliono “evolversi”: l’obiettivo dichiarato è quello di dare una mano a costruire un’alternativa a sinistra.

Le trattative sono già cominciate: ieri a via Buonarroti, quartier generale del Comitato per il No, Stefano Di Traglia – portavoce dell’ex segretario dem Pier Luigi Bersani – che l’8 ottobre scorso ha dato vita al movimento insieme al consigliere regionale del Lazio Riccardo Agostini (Pd), ha partecipato alla riunione dell’Associazione per il rinnovamento della sinistra presieduta da Alfiero Grandi. Ex dirigente dei Ds ed ex sottosegretario alle Finanze del primo governo D’Alema, Grandi è una figura di spicco della battaglia referendaria: è infatti vice-presidente vicario del Comitato per il No guidato da Zagrebelsky e Pace.

Fronte ampio – Non solo. Dell’Ars fanno parte Walter Tocci, senatore del Pd da tempo in rotta con la linea del partito, e Vincenzo Vita, ex parlamentare dem schierato per il No. Alla riunione erano presenti anche i deputati di Sinistra Italiana Arturo Scotto e Stefano Fassina (ex Pd) e Tomaso Montanari, altro membro del Comitato per il No. Mentre il senatore della minoranza dem Miguel Gotor ha inviato un messaggio. Indizi che fanno una prova di come la partita a sinistra sia appena cominciata.

Articolo scritto il 13 dicembre 2016 per La Notizia

Primarie Milano, Civati e la sinistra sconfitta: “Mi hanno dato del pirla, ma ora tutti dicono che avevo ragione”

mercoledì, febbraio 10th, 2016

Il leader di Possibile punta il dito contro Sel: “Posizione incomprensibile, la sconfitta era assicurata”. E chiude sull’ipotesi di una sua candidatura a sindaco del capoluogo lombardo: “Serve un candidato civico, no a scelte calate dall’alto”. Ma in ballo c’è anche Roma: “Fassina farebbe bene a ritirarsi? Non spetta a me dirlo, ma si dovrebbe trovare un nome che rappresenti tutti quanti”

civati_675Il messaggio è chiaro. “Per mesi mi hanno dato del ‘pirla’, oggi molti mi dicono ‘avevi ragione’ – dice Giuseppe Civati ailfattoquotidiano.it –. Meglio tardi che mai…”. Il deputato ex Partito democratico, oggi leader di Possibilenon nasconde l’amarezza per come sono andate le primarie dem per la candidatura a sindaco di Milano. “L’ennesima prova del fatto che il centrosinistra si è ormai totalmente spostato al centro – attacca –. Peccato che qualcuno non lo abbia capito prima”. Quel “qualcuno”, manco a dirlo, sono i ‘compagni’ di Sinistra Ecologia Libertà (Sel). Che nel capoluogo lombardo hanno dapprima sostenuto Francesca Balzani (vice del sindaco uscente Giuliano Pisapia, suo main sponsor) salvo poi, a sconfitta acclarata, paventare l’ipotesi di una candidatura alternativa a quella dell’ex amministratore delegato di Expo, Giuseppe Sala. Il nome? Qualcuno ha addirittura tirato in ballo l’ipotesi-Civati.

Insomma, onorevole Civati, si candida a sindaco di Milano?
No, per una ragione molto semplice.

E cioè?
Sono contrario alla logica dei soggetti calati dall’alto. Personalmente, credo che serva un candidato ‘civico’ e non politico. Per cercare di mettere in difficoltà Sala, a Milano la sinistra deve trovare una sintesi costruendo un progetto politico ampio. Anzi: a dire la verità avremmo già dovuto costruirlo. Qualcuno però ha preferito fare di testa propria con i risultati che conosciamo. Per mesi mi hanno dato del ‘pirla’, oggi molti mi dicono che avevo ragione. Meglio tardi che mai…

Si riferisce a Sel?
La loro è una posizione che ho faticato a comprendere e che tutt’ora non condivido. Speriamo solo che quanto è accaduto a Milano sia da esempio.

La sua amarezza è tangibile.
Le primarie dello scorso fine settimana hanno dimostrato che ormai quello di Renzi è un partito di centro che ha poco a che fare con le proprie origini. Al contrario, a sinistra c’è un elettorato privo di rappresentanza che chiede attenzioni. Pisapia, Balzani, Majorino e la stessa Sel avrebbero fatto bene a capirlo invece di andare incontro ad una sicura sconfitta.

Sta dicendo che con il partito di Vendola i rapporti sono chiusi? Fassina ha aperto all’ipotesi di un ticket con Ignazio Marino in vista delle comunali di Roma.
Sono contento che Stefano la pensi così. Ma anche in questo caso siamo un tantino in ritardo.

Dunque, Fassina farebbe bene a fare un passo indietro, magari lasciando spazio al sindaco uscente o addirittura all’ex ministro Massimo Bray?
Non spetta a me dire cosa Fassina deve o non deve fare. Per ora, la sua candidatura non esclude sia quella di Marino sia quella di Bray. Ma si dovrebbe trovare un nome che rappresenti tutti quanti. A Roma, dove, come per Milano, la richiesta di rappresentanza è elevata, Possibile sta promuovendo un lavoro collettivo con tutti i soggetti interessati a portarlo avanti. Io sono per presentarci tutti insieme, loro non lo so.

A Napoli, invece, sia Possibile che Sel appoggeranno la ricandidatura di Luigi De Magistris.
Sì. Nei prossimi giorni ci incontreremo con il sindaco per definire gli ultimi dettagli.

Twitter: @GiorgioVelardi

(Articolo scritto il 9 febbraio 2016 per ilfattoquotidiano.it)