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Violenta lite per un biglietto, un uomo arrestato nel metrò a Termini

sabato, settembre 10th, 2011

articolo a cura di Mirko Carnevale

Grida di dolore, lacrime di rabbia, di indignazione. Un ragazzo giace a terra, in ginocchio, i polsi stretti dietro la schiena da manette di acciaio. Attorno a lui degli agenti di Polizia sotto gli occhi di tutti lo maltrattano, lo gettano per terra, cercano di reprimere ogni suo tentativo di ribellione. Scene di ordinaria disperazione in una metropoli multietnica come Roma.

Sono le 19.50 circa e ci troviamo alla fermata della metro B di Termini, direzione Laurentina. Quel ragazzo, di colore e di corporatura piuttosto importante, avrebbe secondo le prime indiscrezioni varcato i tornelli di ingresso del metrò sprovvisto di biglietto, da qui il legittimo richiamo da parte di uno dei vigilantes che avrebbe però usato dei toni poco garbati, sicuramente non consoni alle norme di civile convivenza. Da qui la lite è degenerata passando dalle parole alle mani, fino all’intervento di altri vigilantes prima, e delle forze dell’ordine dopo, che con la forza hanno cercato di quietare gli animi. Dall’altra parte dei binari, in direzione Rebibbia, alcuni connazionali del ragazzo assistendo alla scena hanno cominciato a gridare e ad inscenare una colorita protesta alla quale alcune guardie giurate in servizio presso la stazione hanno risposto con provocazioni varie, cercando in tutti i modi lo scontro fisico. Fortunatamente ciò non è avvenuto, anche grazie al buon senso dei presenti, sia italiani che stranieri, che hanno cercato di far ragionare i giovani, comprendendo e condividendo la loro indignazione. Nel frangente di tempo, durato circa 10 minuti, i treni in entrata in stazione sono stati preventivamente bloccati, temendo che qualcuno potesse inavvertitamente finire sulle rotaie. Il giovane è stato nel frattempo portato via dalle autorità e alcuni agenti hanno raggiunto sul lato opposto i ragazzi che stavano protestando. Anche qui i poliziotti hanno dimostrato poco buon senso, aggredendo verbalmente i presenti e spintonando una ragazza, anch’essa di colore, fino a farla cadere a terra. Dopodiché, la situazione è tornata alla normalità e nella stazione si è ristabilita la calma.

Queste sono scene che scuotono la mente e fanno riflettere. Viviamo tutti sotto tensione e circondati da disperazione, basta un niente per innescare una scintilla. I regolamenti ci sono ed è giusto che vadano rispettati e fatti rispettare sempre e comunque, ma penso che ciò che più è importante e prioritario rispettare è la dignità umana, anche perché infondo la legge senza l’uomo è solo un mucchio di parole al vento.

D.a.Spo, ovvero: Dannazione! Adulti sconsiderati provocano orrore

mercoledì, aprile 27th, 2011

Sulla prima pagina del “Corriere della Sera” di oggi c’è una notizia curiosa. L’articolo, poi ripreso a pagina 24, titola: “Quei genitori ultrà litigiosi che ora rischiano il Daspo“.

Siamo a Jesolo, finale del Torneo di Pasqua fra la Fidene Calcio (compagine romana) e gli scozzesi del Langcraigs (categoria dilettanti, età dei giocatori 16/17 anni). Neanche il tempo di cominciare a giocare che i genitori dei calciatori della Fidene prima insultano e poi spintonano l’arbirtro, che interrompe la gara al 3′ minuto di gioco e chiama il 113. La Polizia identifica due persone, ma le indagini proseguono. I papà-ultrà ora rischiano il D.a.spo, ovvero il divieto di accedere alle manifestazioni sportive, mentre la Fidene non potrà participare alla manifestazione per i prossimi due anni. Ma non finisce qui, perchè un altro episodio degno di nota è accaduto nella semifinale giocata contro una formazione tedesca: dopo aver incitato in modo volgare i ragazzi, inveito contro gli avversari e sputato all’arbitro, questi esaltati hanno perfino preso a calci i propri figli, di cui non gradivano il rendimento.

Non è la prima volta che accadono episodi di questo tipo, tanto che chi gioca nelle serie considerate “minori” vive quotidianamente situazioni simili. Il problema è legato al fatto che, invece di insegnare l’educazione, la famiglia è diventata oggi il primo posto in cui apprendere come essere (al contrario) maleducati e aggressivi. Insieme alla scuola, considerata dalla sociologia l’altra grande agenzia di socializzazione a disposizione degli adolescenti, la famiglia ha completamente perso il suo ruolo guida. Anche quanto accaduto a Grosseto lo dimostra: i genitori dei ragazzi che hanno picchiato i due Carabinieri non sapevano che i loro figli fossero ad un rave party, durato la bellezza di tre giorni e due notti (e, va ricordato, tre dei quattro sono minorenni). Se da un lato c’è chi da la colpa al fatto che la famiglia coniugale in senso stretto è in crisi (spazio quindi alle cosiddette famiglia allargate), dall’altro il problema non deve esaurirsi così.

Come uscirne, dunque? È difficile dirlo ma, citando Beppe Severgnigni, oggi l’espressione D.a.Spo sembra proprio voler dire: “Dannazione! Adulti sconsiderati provocano orrore“.