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Norvegia, Breivik agì sotto l’effetto di stupefacenti

lunedì, agosto 8th, 2011

Dalla Norvegia continuano ad arrivare informazioni e dettagli sulla strage del 22 luglio scorso compiuta da Anders Behring Breivik, il fondamentalista cattolico e anti-islamista che ha ucciso 77 persone fra Oslo e Utoya.

In un’intervista al quotidiano VG, l’avvocato del killer Geir Lippestad ha reso noto che nel sague del 32enne sono state trovate tracce di sostanze stupefacenti. «I risultati non sono definitivi – ha precisato il legale – ma il mio assistito ha detto che aveva preso un cocktail di medicine».

Secca è arrivata la replica del procuratore Christian Hatlo: «Si tratta di droga». Il magistrato ha poi aggiunto come Breivik, interrogato per oltre trenta ore, continui a dichiarare di aver eseguito gli attacchi da solo.

Una prigione-premio per Anders Behring Breivik

giovedì, luglio 28th, 2011

Dopo la strage del 22 luglio scorso, l’Europa e il mondo intero hanno visto violata la tranquillità di un paese, la Norvegia, mai salito agli onori delle cronache per fatti simili. Ci si è meravigliati per quanto accaduto, per la morte di 76 persone, la maggior parte delle quali (68) freddate da un paranoico schizofrenico di nome Anders Behring Breivik, 32enne ultranazionalista, cattolico fino al midollo e con un odio viscerale nei confronti dell’Islam.

Ebbene ora si scopre che il killer di Oslo e Utoya potrebbe scontare i 21 o i 30 anni di carcere (i giudici stanno cercando di accusarlo di “crimini contro l’umanità“) nel penitenziario di Halden Fengsel, nella capitale. Non una prigione, ma una vera e propria isola felice, costata al governo la bellezza di 175 milioni di euro e inauguarata nel 2010. Trecentomila metri quadrati di comfort, con celle che sembrano vere e proprie stanze d’albergo e in cui sono presenti televisori con schermi al plasma, lettori Dvd, mobili in stile Ikea e connessione a Internet. Le guardie del carcere, quasi totalmente disarmate, sono in maggioranza donne, e arrivano addirittura a fare sport e mangiare con i detenuti.

Un atteggiamento amichevole turbato dalla crudeltà mostrata da Breivik nel compiere i suoi feroci atti. Il killer verrà processato non prima del 2012, e in cella (ora è rinchiuso nel carcere di Ila, sulla costa occidentale del Paese) ha già chiesto di avere uno psichiatra non norvegese, del cibo speciale e un computer portatile. Non solo: Breivik avrebbe anche preteso di potersi collegare al sito di Wikileaks e di avere accesso al suo delirante manifesto online, pubblicato poco prima delle stragi.

Una serie di privilegi concessi neanche al più disciplinato dei detenuti. Ecco perchè la sua potrebbe essere addirittura definita come una prigione-premio, alla faccia dei parenti delle 76 vittime della strage.

Feltri, Borghezio e l’idiozia delle loro parole

martedì, luglio 26th, 2011

Il tanto decantato Articolo 21 della nostra Costituzione sancisce la libertà di espressione del pensiero. Ognuno può dire ciò che vuole, dunque, senza ledere il buon costume. Se negli ultimi due giorni questo non è stato leso, o peggio calpestato, è solo perchè a fare notizia sono due personaggi che grazie alle provocazioni e alle sparate hanno costruito la loro immagine: Vittorio Feltri e Mario Borghezio.

Lunedì 25 luglio, in un fondo pubblicato a pagina 3 de “Il Giornale” (http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=12GIET), Feltri ha etichettato i giovani partecipanti al congresso del partito Laburista come “Incapaci di reagire” perchè, a detta sua, Breivik era uno e loro 500, e quindi si sarebbero potuti difendere evitando la strage. Avrebbero dovuto fare come gli animali, che pensano prima al branco e poi al singolo, ma così non è stato. Se ci fossimo trovati a parlare di una situazione diversa, il discorso dell’esperto giornalista sarebbe stato pienamente condivisibile. Qui, però, la vicenda è un’altra: uno squilibrato che spara all’impazzata sulla folla, senza un obiettivo specifico, ma per uccidere il più possibile (alla fine sono morte più di 70 persone). Non ti tratta di egoismo o di egotismo, come dice lui, ma di attimi in cui la razionalità va a farsi benedire. Anche il direttore di Libero Maurizio Belpietro, in quel mai chiarito “agguato” subito lo scorso anno, fuggì rifugiandosi dentro casa, lasciando sola la sua guardia del corpo in balia del presunto aggressore. Chissà se anche a lui Feltri ha parlato di egoismo ed egotismo per essere fuggito, in difesa della propria incolumità.

L’altro personaggio al centro delle cronache è Mario Borghezio, straconosciuto eurodeputato leghista, al centro delle cronache per le continue boutade a cui ci ha abituati. Quella di martedì 26 luglio ha fatto più notizia delle altre, perchè l’esponente del Carroccio ha dichiarato, intervendo a “La Zanzara” su Radio24: “Il “no” alla società multirazziale, la critica dura alla viltà di un’Europa che pare rassegnata all’invasione islamica e financo la necessità di una risposta identitaria e cristiana di tipo templare al dilagare delle ideologie mondialiste, sono ormai patrimonio comune degli europei, fra cui il sottoscritto“. Tradotto: le idee del mostro di Oslo non sono poi così male.

Nel pomeriggio, intervenendo a Radio Ies, Borghezio ha rincarato la dose: “Ho avuto come l’impressione che questa strage sia servita a qualcosa. Io non penso che lo squilibrato abbia agito con queste finalità, ma chiediamoci: come è possibile che uno così noto alla autorità possa girare in questo modo? Io in Europa rappresento la Padania, non l’Italia – continua l’europarlamentare -. Sono secessionista, sono sempre stato votato solo da padani e in liste padane. Mi sento padano, ma ho la carta d’identità italiana e sono rispettoso delle leggi della Repubblica italiana. Io sono contro quelli che magnano a Roma. Io a Roma ce magno molto poco perchè ci vado poco e malvolentieri. Ma tanta gente di Roma mi chiede di creare sezioni padane nella Capitale! Io non odio i romani, che sono bravissima gente, odio la politica romana!“, conclude.

Non voglio aggiungere alcun commento all’idiozia delle loro parole.