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La chiusura degli Opg slitta ancora. E i Rems…

lunedì, gennaio 6th, 2014

Opg_fotoDue anni fa, di questi tempi, la commissione Giustizia del Senato approvava (all’unanimità) la chiusura degli Opg, gli Ospedali psichiatrici giudiziari, strutture nate intorno alla metà degli Anni ’70 per sostituire i vecchi manicomi criminali. Un avvenimento importante perché, come documentato più volte dalle associazioni che da anni si battono per la tutela dei diritti dei detenuti – nonché da un’indagine parlamentare – gli Opg non hanno alcun valore rieducativo per gli internati. Anzi.

La chiusura degli Opg, sancì la commissione di Palazzo Madama, sarebbe dovuta avvenire entro il 31 marzo 2013. L’attuale sindaco di Roma, Ignazio Marino, al tempo senatore del Pd e presidente della commissione d’inchiesta sul sistema sanitario nazionale (Ssn), parlò di «una conquista». Il nostro Paese, spiegò l’attuale primo cittadino della Capitale, avrebbe così definitivamente superato «l’orrore dei manicomi criminali che tanto ha indignato anche il presidente della Repubblica». Ma il trucco era dietro l’angolo.

Sei giorni prima, il 25 marzo del 2013, il decreto legge n. 24/2013 (“Disposizioni urgenti in materia sanitaria“) dispose infatti una proroga. La chiusura degli Opg non sarebbe più avvenuta il 31 marzo 2013 ma il 1° aprile 2014. Dunque lancette spostate di un anno in avanti.

Finita qui? Neanche per sogno. Il perché è presto detto: le Regioni che avrebbero dovuto accogliere le nuove strutture, denominate Rems (acronimo che sta per Residenze per l’esecuzione di misure di sicurezza), non hanno ancora completato i lavori. Il 4 ottobre scorso il governo, rispondendo ad un’interrogazione parlamentare, ha infatti ammesso che «anche per le Regioni più efficienti sarà quasi impossibile rispettare il termine previsto dalla norma». Di più hanno fatto le due ministre, Cancellieri (Giustizia) e Lorenzin (Salute), che in un documento inviato alle Camere alla metà di dicembre hanno ammesso le difficoltà – sancendo di fatto il nuovo slittamento – promettendo però «norme sanzionatorie» per quelle Regioni che non rispetteranno i tempi stabiliti.

Enti locali che, per il superamento degli Opg e la costruzione dei nuovi Rems, hanno ricevuto uno stanziamento di 173,8 milioni di euro: 117 milioni nel 2012 e 56 nel 2013. Le nuove strutture, 43 in totale, saranno edificate (dovevano praticamente già esserlo…) in quasi tutte le Regioni: 2 in Piemonte e Calabria, 4 in Lombardia, una in Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Basilicata e Sardegna. Addirittura 8 in Campania, per un costo totale di 19,3 milioni di euro, situate nelle province di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno (ognuna avrà a disposizione 20 posti letto).

Infine c’è un problema relativo ai numeri. Nella relazione stilata dai due ministeri, infatti, si parla di 990 posti letto, mentre nel “X Rapporto nazionale sulle condizioni di detenzione” di Antigone (l’associazione che, dalla fine degli Anni ’80, si occupa della condizione dei penitenziari italiani e dei suoi detenuti) si parla di 1.022 posti contro i 1.015 attuali. Ecco perché, è scritto nel report, «non vi sarà nessuna riduzione della popolazione internata».

Ancora più grave è quanto la stessa associazione scrive nel rapporto a conclusione della parte relativa agli Opg. «Stando ai piani regionali, molti Rems saranno all’interno di vecchi manicomi dismessi. Parlare di “riapertura dei manicomi” – conclude Antigone – è un rischio reale». Touché.

Twitter: @GiorgioVelardi