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Posts Tagged ‘Italia’

Prima di guardare in casa d’altri meglio badare alla propria

lunedì, luglio 25th, 2011

Nell’edizione di lunedì 25 luglio di uno dei più importanti giornali britannici, The Indipendent, arriva l’ennesimo attacco al nostro paese. Stavolta, a finire sotto accusa, è nientemeno che l’«ipocrita simpatia» degli abitanti della penisola.

Secondo quanto scrive l’ex corrispondente dall’Italia, Peter Popham, gli inglesi che vengono in vacanza in Italia non devono farsi ingannare da questa arma a doppio taglio, che riesce a penetrare anche la loro anima «burbera e severa». Il nostro è un paese dominato dalle corporazioni, chiuso verso gli immigrati, con le università dominate dai baroni (ma come, non è quello che diceva la Gelmini, ministro del Governo di quel Berlusconi tanto demonizzato?) che danno posti di lavoro ad amici e parenti, continua il giornalista. Per carità, Popham non sbaglia. Anzi, ha ragione su quasi tutta la linea.

Però? Qui è necessario usare questa nota congiunzione, perchè gli inglesi hanno da sempre espresso giudizi di valore sul nostro paese, senza mai badare prima a ciò che accade in casa loro. In questi giorni il loro primo ministro è al centro di uno scandalo di vaste proporzioni che ha coinvolto i vertici della polizia (che si sono dimessi) e che ha portato alla chiusura di uno dei più antichi giornali di cui il Regno Unito disponeva, il News of the World di Rupert Murdoch. «Quest’ultimo – dice Popham – vedrà ridimensionato il suo ruolo all’interno del circolo mediatico dopo quanto accaduto, mentre Berlusconi rimarrà al suo posto e continuerà a trattare l’Italia come un suo feudo privato». Siamo sicuri che il magnate australiano pagherà per quanto accaduto? Lui stesso, nei giorni scorsi, ha più volte ribadito che non lascerà la guida della News Corporation. Le previsioni e i pronostici di un pur bravo e attento giornalista, francamente, lasciano il tempo che trovano.

Noi aspettiamo i fatti, poi valutiamo. Magari, la prossima volta, prima di guardare se l’erba del vicino è più verde, si pensi ad annaffiare la propria. Si fa più bella figura.

Lo “Squalo” è pronto a “mordere” anche in Italia

lunedì, luglio 11th, 2011

Una parola, semplice e d’impatto: Italia. Dovrebbe chiamarsi così, secondo le indiscrezioni riportate sabato 9 luglio dal Corriere della Sera, il nuovo quotidiano che Rupert Murdoch è pronto a lanciare a breve nel nostro paese.

Dopo la chiusura del News of the World, e il polverone che nelle ultime ore si sta facendo sempre più denso (secondo il Daily Mirror sarebbero state spiate anche le vittime dell’11 settembre 2001), pare che il figlio James abbia chiesto al padre-magnate il parere su un’idea che ha comunque già preso forma (secondo il quotidiano di Via Solferino il nome della testata è già stato registrato, con firme e nomi mai riconducibili al tycoon australiano).

Perchè investire in Italia, viene da domandarsi? La risposta è semplice: nel nostro paese il gruppo News Corporation non possiede un giornale. In ambito televisivo c’è Sky Italia, che ha oltre 7.600 dipendenti, dal 2003 ad oggi ha fatturato 15,9 miliardi di euro, e propone ai suoi abbonati un’offerta in continua espansione. Ora, però, è tempo di cambiare rotta e cimentarsi (anche) in altro. James, dicono i ben informati, vede ormai prossima la fine della carriera politica di Silvio Berlusconi. Sarebbe questo uno dei motivi che ha portato a fugare ogni dubbio: non avere più al governo il “nemico” numero uno nel settore dell’editoria privata è di per sè un buon inizio. 

Sembra che Rupert Murdoch non sia così convinto del nuovo prodotto, ma la prossima settimana ci sarà un incontro con il figlio per capire il da farsi.

Fotografia allarmante (che nessuno vuole vedere)

martedì, maggio 24th, 2011

La fotografia dell’Italia fornita ieri dall’Istat deve far riflettere. Malgrado il ministro Brunetta, dalle colonne del “Corriere della Sera“, provi a ridimensionare il problema parlando di “cause strutturali” (quali?) che hanno portato a questa situazione, la notizia è che un italiano su 4 (il 25%) è a rischio povertà. Un dato che fa il paio con quanto affermato sabato da “Standard & Poor’s” (“Le attuali prospettive di crescita dell’Italia sono deboli, e l’impegno politico per riforme che aumentino la produttività sembra incerto“), commento bollato però da Cisl e Uil come “poco attendibile, perchè formulato da un’agenzia che ha più volte sbagliato le sue previsioni“. Se ci pensate, di fronte a tutto ciò, il controsenso sta nel fatto che ad ottobre Mario Draghi diventerà il nuovo Governatore della Banca centrale europea.

Il quadro, per certi versi drammatico, vede l’Italia dietro ad altri paesi europei, quali Germania (tasso di povertà pari al 20%) e Francia (18,4%). Nel rapporto si legge come lo scorso anno il 5,5% delle famiglie abbia dichiarato di non aver avuto soldi per comprare il cibo, l’11% non ha potuto acquistare le medicine, il 17% i vestiti. L’elemento (anzi, gli elementi) su cui porre l’attenzione, è che ad essere maggiormente colpiti siano gli abitanti del Sud del paese (sintomo del fatto che alla “Questione Meridionale” sembra non esserci soluzione), le donne e i giovani. In quel 25% sopracitato, il 57% (quindi 8 milioni di persone) vive nel Meridione. Più di una donna su 5 sostiene poi di aver dovuto lasciare il posto per motivi familiari, mentre sono 800.000 quelle che sono state licenziate perchè rimaste incinta.

C’è poi, come detto, il capitolo giovani. La crisi ha colpito anche e soprattutto loro, tanto che negli ultimi anni, nella fascia compresa fra i 15 e i 29 anni, si contano la bellezza di 501.000 posti di lavoro in meno. In questo contesto non va dimenticato il fenomeno dei “neet“, ovvero coloro che non studiano né lavorano, saliti a quota 2,1 milioni nel 2010, con un incremento di quasi il 7% rispetto all’anno precedente.

In questi giorni le televisioni sono invase dai “marchettoni” elettorali dei candidati alle poltrone di sindaco di città come Milano e Napoli. Ciò che questo paese chiede ai suoi governanti è solo più serietà e concretezza, e meno propaganda. Le multe, se continua così, non le pagheremo non perchè ce le tolgono, ma perchè non avremo più un euro in tasca.

“Seminario” con sorpresa

venerdì, maggio 20th, 2011

Devo dire che quando ho letto questa notizia mi è venuto da ridere. Non per la vicenda in se, ma perché se fosse successo in Italia domani saremmo finiti sulle principali edizioni di giornali e telegionali internazionali.

Siamo in Germania, “il motore della ripresa economica mondiale“, come lo definiscono in molti. Ora, forse, si capisce perchè i tedeschi lavorano tanto (e meglio). Per premiare i suoi dipendenti più meritevoli, il gruppo di assicurazioni “Munich Re” ha organizzato un viaggio a Bucarest. La compagnia l’ha definito un semplice “seminario“, a cui hanno partecipato un centinaio di consulenti. In realtà, al seguito, c’erano anche venti prostitute. Sì, avete letto bene: venti escort (ora si chiamano così) che hanno allietato le giornate dei fortunati dipendenti.

Lo scoop lo ha firmato il giornale “Handelsblatt“, ma la notizia è stata confermata (in una e-mail) dalla stessa azienda. Ci sono pure i dettagli: pare infatti che le escort indossassero dei braccialetti colorati per distinguersi dalle semplici hostess. “Quelle con un braccialetto bianco erano assegnate ai manager ed ai migliori venditori“, ha rivelato un testimone, che ha poi aggiunto come un timbro sul braccio delle ragazze più apprezzate permetteva, a fine serata, di capire quali erano state le più richieste.

E per fortuna che i puttanieri siamo noi. Chapeau!

Amici come prima

martedì, aprile 26th, 2011

Dopo il vertice bilaterale fra Berlusconi e Sarkozy, Italia e Francia sono tornati ad essere buoni amici. Nelle ultime settimane è successo di tutto, soprattutto sul fronte dell’immigrazione. Ma quando di mezzo ci sono i soldi (tanti) anche le cose più gravi vengono messe da parte, dimenticate.

Già, perchè chi pensa che quello di martedì sia stato solo un vertice per discutere della situazione in Libia e degli sbarchi di immigrati sulle nostre coste, sbaglia di grosso. Di quello si è parlato, per carità, ma alla base c’è altro. Ci sono la scalata di Lactalis su Parmalat, la nomina alla Bce di Mario Draghi e la questione Edison (passata sottotraccia ma comunque esistente).

Andiamo con ordine. Proprio oggi il gruppo agroalimentare francese Lactalis ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto per comprare Parmalat (ne detiene già il 29%). “Non considero questa opa ostile“, ha fatto sapere Berlusconi; certo è che una dichiarazione del genere, alla luce di un piano italiano (Intesa San Paolo, Mediobanca e Unicredit) per comprare l’azienda di Collecchio, non è stata il massimo della furbizia.

Capitolo Draghi: l’attuale Governatore della Banca d’Italia, candidato alla guida della Banca centrale europea al posto di Trichet, ha ricevuto il via libera anche (e proprio) da Sarkozy, che ha fatto eco alla cancelliera tedesca Merkel. In ultimo, Edison. Poco meno di un mese fa, il colosso dell’energia francese Edf ha chiesto e ottenuto la rimozione di Umberto Quadrino, amministratore delegato del gruppo, sostituito con Bruno Lescoeur (vicepresidente di Edf). Alla base della richiesta ci sarebbe la volontà dei francesi di scalare la società che opera nel campo della fornitura di energia elettrica e gas metano, e che il Ministero dell’Economia vorrebbe mantenere sotto il controllo italiano (grazie anche all’ingresso di Enel ed Eni). Non dimentichiamoci, infine, di Air France e del suo 22% in Alitalia.

Amici come prima, quindi. Lo impongono le leggi di mercato.