Image 01

Posts Tagged ‘indennità’

Stipendi dei parlamentari, facciamo un po’ di chiarezza

martedì, dicembre 13th, 2011

Faccio una doverosa premessa: chi scrive non apprezza – forse non lo ha mai fatto, da quando segue la politica – i nostri parlamentari. Persone (troppo) spesso “prestate” alla politica, che se glielo vai a chiedere non sanno neanche cosa sia lo spread o il Pil, e non ci vuole una laurea in Economia alla tanto apprezzata “Bocconi” per saperlo.

Ma in questi ultimi giorni sta tenendo banco in maniera pesante e pressante la questione legata allo stipendio dei parlamentari. Che non si chiama stipendio – ci hanno insegnato pure questo – ma “indennità“. Perchè fa più scena, sembra pure qualcosa di negativo, tanto perchè lavorando un solo giorno alla settimana e guadagnando certe cifre ci deve essere qualcosa che non va.

Attenzione, però, al populismo e al qualunquismo. Qualcuno mi ha accusato – a ragione, me ne rendo conto – di essere anche io populista e qualunquista, in taluni casi. Ma su certe questioni va fatta chiarezza, altrimenti si rischia la tanto paventata “macelleria sociale”. Allora, diciamolo: i parlamentari italiani non guadagnano più dei loro colleghi europei. Anzi. Andando a guardare i numeri i francesi, gli inglesi e i tedeschi prendono qualcosina in più. Un nostro servitore dello Stato percepisce infatti 5.486,58 euro al mese, contro i 5.677 dei deputati francesi, i 6.350 degli inglesi e i 7.668 dei tedeschi. Un parlamentare europeo ne prende invece 7.807,12 (lordi). Le cifre da capogiro che i nostri parlamentari ricevono derivano dai benefit, che si chiamano – altra scoperta – “diaria” e contributo per il “Rapporto eletto-elettori”. «E che so?». Qui viene il bello. Nel primo caso si tratta di un rimborso spese di soggiorno a Roma: 3.503,11 euro concessi (o così dovrebbe essere) a tutti coloro che si spostano per venire nella Capitale. E dove sta l’inghippo? Che la diaria la prendono tutti, anche quelli che a Roma ci sono nati, cresciuti e stabiliti. I «romani de Roma», insomma. Poi c’è l’altro contributo. «N’artro?». Eh sì, ahinoi. Si tratta di 4.190 euro che il deputato Tizio o il senatore Caio usano per pagare gli eventi politici e la/e segretaria/e. A cui poi vanno aggiunti 3.000 euro annui per le spese telefoniche e i trasferimenti da e per l’aeroporto. In totale fanno 11.703,65 euro/mese. Più della media europea, stavolta sì. Basterebbe eliminare queste due “piccole” voci. Non è difficile, basta volerlo.

Anche perchè negli altri paesi tutti questi privilegi non esistono. O meglio: anche i parlamentari sopra citati hanno dei benefit, ma gli stessi non sono inseriti in modo “secco” nello stipendio, come accade in Italia. Spero di essere stato chiaro. La situazione è grave, me ne rendo/ce ne rendiamo conto. Ma evitiamo la caccia alle streghe. Periodi “caldi” ne abbiamo già vissuti e, per fortuna, siamo riusciti a metterli in cantina. Non riapriamo quelle scatole, il contenuto non è dei migliori.

La manovra e quelle norme sulla casta rivisitate

giovedì, settembre 8th, 2011

Dite la verità: ma voi, di questa manovra, avete capito qualcosa? L’hanno cambiata quattro volte, alla fine l’hanno pure blindata con il 49esimo voto di fiducia dell’era Berlusconi IV, con una certezza: che a pagare saranno sempre i soliti noti. «Vabbè, ormai ci siamo abituati», diranno i più.

C’è però un particolare che è ahimè saltato agli occhi a pochi, forse solo agli addetti ai lavori. Il tanto decantato taglio ai costi della politica era stato inserito un articolo – il 13  – che nel testo definitivo è stato ampiamente rivisitato. Tradotto in sintesi, ciò vuol dire che:

1.       Il taglio delle retribuzioni o delle indennità dei componenti degli organi costituzionali (10% per redditi superiori ai 90mila euro, e 20% oltre i 150mila) si applicherà solo nel triennio 2011/2013, e non per sempre, come precedentemente previsto;

2.       Quel che è peggio, però, è che per i parlamentari cambia anche il regime di incompatibilità: se un deputato o un senatore svolge un’altra professione e guadagna più di 9.847 euro netti, l’indennità di carica di 5.846 euro mese netti non sarà più tagliata del 50%, ma la sforbiciata si farà sul totale annuo percepito a titolo di indennità, e sarà pari al 20% per la quota eccedente i 90mila euro, e al 40% se si superano i 150mila;

3.       Viene quasi totalmente cancellato, invece, il principio secondo cui un parlamentare non può ricoprire anche un’altra carica elettiva pubblica. Nel nuovo testo l’incompatibilità è ridotta alle cariche elettive di natura monocratica relative a organi di governo con enti pubblici territoriali aventi popolazione superiore ai 5mila abitanti. Quindi i parlamentari potranno continuare a fare i sindaci nei comuni medio-piccoli, nonchè gli assessori (anche nelle grandi città).

«Si stava meglio quando si stava peggio», dice il vecchio detto. Sante parole.