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Fotografia allarmante (che nessuno vuole vedere)

martedì, maggio 24th, 2011

La fotografia dell’Italia fornita ieri dall’Istat deve far riflettere. Malgrado il ministro Brunetta, dalle colonne del “Corriere della Sera“, provi a ridimensionare il problema parlando di “cause strutturali” (quali?) che hanno portato a questa situazione, la notizia è che un italiano su 4 (il 25%) è a rischio povertà. Un dato che fa il paio con quanto affermato sabato da “Standard & Poor’s” (“Le attuali prospettive di crescita dell’Italia sono deboli, e l’impegno politico per riforme che aumentino la produttività sembra incerto“), commento bollato però da Cisl e Uil come “poco attendibile, perchè formulato da un’agenzia che ha più volte sbagliato le sue previsioni“. Se ci pensate, di fronte a tutto ciò, il controsenso sta nel fatto che ad ottobre Mario Draghi diventerà il nuovo Governatore della Banca centrale europea.

Il quadro, per certi versi drammatico, vede l’Italia dietro ad altri paesi europei, quali Germania (tasso di povertà pari al 20%) e Francia (18,4%). Nel rapporto si legge come lo scorso anno il 5,5% delle famiglie abbia dichiarato di non aver avuto soldi per comprare il cibo, l’11% non ha potuto acquistare le medicine, il 17% i vestiti. L’elemento (anzi, gli elementi) su cui porre l’attenzione, è che ad essere maggiormente colpiti siano gli abitanti del Sud del paese (sintomo del fatto che alla “Questione Meridionale” sembra non esserci soluzione), le donne e i giovani. In quel 25% sopracitato, il 57% (quindi 8 milioni di persone) vive nel Meridione. Più di una donna su 5 sostiene poi di aver dovuto lasciare il posto per motivi familiari, mentre sono 800.000 quelle che sono state licenziate perchè rimaste incinta.

C’è poi, come detto, il capitolo giovani. La crisi ha colpito anche e soprattutto loro, tanto che negli ultimi anni, nella fascia compresa fra i 15 e i 29 anni, si contano la bellezza di 501.000 posti di lavoro in meno. In questo contesto non va dimenticato il fenomeno dei “neet“, ovvero coloro che non studiano né lavorano, saliti a quota 2,1 milioni nel 2010, con un incremento di quasi il 7% rispetto all’anno precedente.

In questi giorni le televisioni sono invase dai “marchettoni” elettorali dei candidati alle poltrone di sindaco di città come Milano e Napoli. Ciò che questo paese chiede ai suoi governanti è solo più serietà e concretezza, e meno propaganda. Le multe, se continua così, non le pagheremo non perchè ce le tolgono, ma perchè non avremo più un euro in tasca.