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Comuni, i dati sui commissariamenti: avanzano le mafie

lunedì, aprile 11th, 2016

In otto anni sciolti 1.534 Comuni. Campania maglia nera. Seconda la Lombardia. Crescono quelli infiltrati dalla criminalità organizzata: +180% nel 2014.

Img_L43Sono 1.534 i Comuni sciolti fra il 2006 e il 2014. Una media di circa 170 all’anno. Ma non solo. Attualmente, se ne contano 232: un dato preoccupante anche alla luce delle sempre maggiori infiltrazioni della criminalità organizzata nelle aule consiliari.
Insomma, in Italia il commissariamento sta diventando un fenomeno all’ordine del giorno. Come dimostrano i dati elaborati da Openpolis sulla base delle statistiche del ministero dell’Interno.
DIMISSIONI DI MASSA. Ottantaquattro al momento quelli che sono stati costretti a interrompere anzitempo la legislatura a causa delle dimissioni in massa dei consiglieri comunali, come avvenuto nell’ultimo ed eclatante caso: quello di Roma. Dove il 3 novembre 2015 l’ex prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, ha preso il posto di Ignazio Marino dopo la decisione di 26 componenti dell’aula Giulio Cesare di staccare la spina al sindaco-marziano.
Un’altra causa scatenante sono le dimissioni dei primi cittadini, che hanno lasciato senza guida 36 città. Nonché la mancata approvazione dei bilanci nei tempi previsti dalla legge: 10 casi.
AUMENTA L’INFLUENZA DELLE MAFIE. Il dato che salta maggiormente all’occhio è però quello che riguarda la crescente influenza delle mafie all’interno dei consigli.
Come ha recentemente sottolineato anche la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi (Pd): «Le mafie danno l’assalto ai Comuni, ovunque», ha evidenziato in un’intervista a Il Fatto Quotidiano.
«Sono i veri terreni di caccia da dove ricavare profitti, dai rifiuti agli appalti in genere».
Adesso sono 14 su 232 i Comuni commissariati a causa delle infiltrazioni della criminalità: il 6% del totale.
IL PRIMATO DELLA CALABRIA. Se però si va a ritroso analizzando il periodo 2010/2015 si scopre come la questione stia assumendo contorni che non possono certo far dormire sonni tranquilli.
Nel lustro finito sotto la lente d’ingrandimento sono stati infatti 61 i consigli sciolti per collegamenti con le organizzazioni malavitose.
Una circostanza che ha coinvolto sette regioni, in particolare la Calabria che guida con il 54%.
Non è tutto. Nel 2012, per esempio, sempre per lo stesso motivo sono stati sciolti 24 Comuni: un incremento del 400% rispetto al biennio precedente (2010/2011).
Il trend non si è arrestato nemmeno nei due anni successivi – 2013 e 2014 – quando la crescita di questo fenomeno ha fatto registrare altri numeri da record: +266% nel primo caso e +180% nel secondo.

Da Nord a Sud: Lombardia seconda per scioglimenti dietro la Campania

«Il commissariamento degli enti locali», scrive quindi Openpolis, «sembra essere uno dei pochi fattori che riesce ad unire il nostro Paese».
Il perché è presto detto: si tratta di una situazione che non risparmia nessuno, nemmeno le regioni considerate più “virtuose”. Cioè quelle del Nord.
UN FENOMENO IN CRESCITA.Ecco perché fra dimissioni di consiglieri e sindaci e la longa manus delle mafie, negli anni compresi fra 2006 e il 2013 il fenomeno ha fatto registrare una crescita del 38% (da 154 a 213 casi).
In testa a questa “speciale” classifica c’è la Campania, con 271 commissariamenti. Ad aprile 2014, ultimo caso in ordine di tempo, il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha sciolto per mafia il comune di Battipaglia dopo l’arresto del sindaco, di un consigliere e di quattro funzionari.
IN UMBRIA ‘SOLO’ 17 CASI. La ‘medaglia d’argento’ se la aggiudica invece la Lombardia (218 casi), mentre quella di bronzo spetta alla Calabria (197).
Al quinto posto, subito dietro la Puglia (146), troviamo il Piemonte (144). Settimo classificato il Veneto (87). La Regione più virtuosa? L’Umbria: “soltanto” 17 casi.
Un altro degli aspetti che colpisce è la “recidività” di alcuni enti locali: sono più di 60 quelli che nel giro di soli cinque anni sono passati sotto il controllo di un commissario straordinario più di una volta. Anche stavolta in testa c’è la Campania.

Twitter: @GiorgioVelardi

(Articolo scritto l’8 aprile 2016 per Lettera43.it)