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Norvegia, Breivik agì sotto l’effetto di stupefacenti

lunedì, agosto 8th, 2011

Dalla Norvegia continuano ad arrivare informazioni e dettagli sulla strage del 22 luglio scorso compiuta da Anders Behring Breivik, il fondamentalista cattolico e anti-islamista che ha ucciso 77 persone fra Oslo e Utoya.

In un’intervista al quotidiano VG, l’avvocato del killer Geir Lippestad ha reso noto che nel sague del 32enne sono state trovate tracce di sostanze stupefacenti. «I risultati non sono definitivi – ha precisato il legale – ma il mio assistito ha detto che aveva preso un cocktail di medicine».

Secca è arrivata la replica del procuratore Christian Hatlo: «Si tratta di droga». Il magistrato ha poi aggiunto come Breivik, interrogato per oltre trenta ore, continui a dichiarare di aver eseguito gli attacchi da solo.

Uccidere in cambio di una colazione

venerdì, luglio 29th, 2011

Solo pochi giorni fa ci siamo scandalizzati nel leggere e commentare le folli gesta di Anders Behring Breivik, il killer di Oslo e Utoya. C’è però un’altra storia che i giornali on line stanno proponendo in queste ultime ore, che ha proporzioni fortunatamente molto meno vaste alla voce “vittime” ma che fa comunque accapponare la pelle.

Siamo in Galles, nel distretto di Bridgend, noto alle cronache come “Death Town” per essere diventato negli ultimi anni il luogo principe dei suicidi giovanili (fra le fine del 2007 e il 2008 ventidue ragazzi tra i 15 e i 27 anni si sono tolti la vita). E anche stavolta il suo nome è legato ad un fatto di sangue. Joshua Davies, 16enne con la passione per i film violenti, ma anche molto bravo a scuola (un moderno “Dotto Jekyll e Mr. Hyde“) ha ucciso l’ex fidanzata Rebecca colpendola alla testa con una pietra grande quanto una palla da rugby, come riferiscono gli inquirenti.

I due giovani erano stati insieme tempo fa, poi lei aveva lasciato Joshua perchè era troppo invadente e geloso. «La ucciderò», si era promesso lui, tanto da chiedere agli amici cosa gli avrebbero dato in cambio se avesse davvero compiuto il folle gesto. «Una colazione», ha risposto uno di loro. Il 23 luglio scorso lui avvisa l’amico («Non dire niente ma stai per pagare il conto»), poi chiede a Rebecca di incontrarsi, la porta in un bosco, e la uccide. Il giovane abbandona il corpo dell’ex fidanzatina e cerca di crearsi un alibi postando su Facebook una serie di commenti in cui si dice preoccupato per la scomparsa della ragazza. Infine, il ritrovamento del cadavere di Rebecca e la tragica verità.

«Ho cercato di romperle il collo ma lei gridava, così ho preso la pietra. La parte peggiore è quando senti il cranio cedere», ha detto ai giudici del tribunale di Swansea, che giovedì 28 luglio lo hanno condannato per omicidio. Ora Joshua passerà buona parte della sua adolescenza dietro le sbarre: non si sa ancora quanti anni dovrà scontare, ma l’auspicio è quello che dopo un simile gesto non esca tanto facilmente dal carcere.

Una prigione-premio per Anders Behring Breivik

giovedì, luglio 28th, 2011

Dopo la strage del 22 luglio scorso, l’Europa e il mondo intero hanno visto violata la tranquillità di un paese, la Norvegia, mai salito agli onori delle cronache per fatti simili. Ci si è meravigliati per quanto accaduto, per la morte di 76 persone, la maggior parte delle quali (68) freddate da un paranoico schizofrenico di nome Anders Behring Breivik, 32enne ultranazionalista, cattolico fino al midollo e con un odio viscerale nei confronti dell’Islam.

Ebbene ora si scopre che il killer di Oslo e Utoya potrebbe scontare i 21 o i 30 anni di carcere (i giudici stanno cercando di accusarlo di “crimini contro l’umanità“) nel penitenziario di Halden Fengsel, nella capitale. Non una prigione, ma una vera e propria isola felice, costata al governo la bellezza di 175 milioni di euro e inauguarata nel 2010. Trecentomila metri quadrati di comfort, con celle che sembrano vere e proprie stanze d’albergo e in cui sono presenti televisori con schermi al plasma, lettori Dvd, mobili in stile Ikea e connessione a Internet. Le guardie del carcere, quasi totalmente disarmate, sono in maggioranza donne, e arrivano addirittura a fare sport e mangiare con i detenuti.

Un atteggiamento amichevole turbato dalla crudeltà mostrata da Breivik nel compiere i suoi feroci atti. Il killer verrà processato non prima del 2012, e in cella (ora è rinchiuso nel carcere di Ila, sulla costa occidentale del Paese) ha già chiesto di avere uno psichiatra non norvegese, del cibo speciale e un computer portatile. Non solo: Breivik avrebbe anche preteso di potersi collegare al sito di Wikileaks e di avere accesso al suo delirante manifesto online, pubblicato poco prima delle stragi.

Una serie di privilegi concessi neanche al più disciplinato dei detenuti. Ecco perchè la sua potrebbe essere addirittura definita come una prigione-premio, alla faccia dei parenti delle 76 vittime della strage.