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Alcoa, il paradosso dei paradossi

lunedì, settembre 10th, 2012

E’ successo ancora, o almeno è ciò che riportano agenzie di stampa e quotidiani online. Sta diventando una guerra civile: lavoratori di aziende in difficoltà che combattono contro altri lavoratori, le forze dell’ordine. Mentre qualcuno siede beato nelle sue stanze climatizzate, con il portafoglio imbottito e la macchina da decine di migliaia di euro in garage.

Questo Paese difficilmente si rialzerà. Fa male dirlo, ma è così. Paghiamo anni di immobilismo, di governi privi di qualsiasi spessore politico, che non hanno saputo in alcun modo gestire situazioni che ad un certo punto sono esplose come bombe a mano. Sull’Alcoa, poi, siamo al paradosso dei paradossi. Come la Fiat, anche l’azienda americana ha goduto di cospicui aiuti e agevolazioni da parte dello Stato: le stime parlano di 2 miliardi di euro fra il 1996 e il 2005.

Piccolo flashback, prendendo in prestito l’ottima ricostruzione fatta pochi giorni fa da “Pubblico”: quando nel 1996 la Alcoa acquisisce la Alumix – società a partecipazione statale poi privatizzata – per circa 400 miliardi di lire, “compra” anche le tariffazioni agevolate che Enel aveva garantito alla stessa Alumix. Altro beneficio, dunque. Nel 2005 il governo Berlusconi cosa fa? Rinnova le agevolazioni. Interviene però la Commissione Europea, che dimostra come questi aiuti siano illegittimi e distorsivi della concorrenza.

«L’Italia – dice la Commissione – deve farsi restituire dall’Alcoa 295 milioni di euro erogati dal 2005». Ma siccome prima si dice che il Paese ha le casse vuote – quindi giù con nuove tasse – e poi quando potremmo riempirle di diritto non lo facciamo, nessuno fa un passo e tutto rimanere fermo. Morale: nel 2011 l’Italia viene deferita alla Corte di Giustizia europea per non aver incassato il denaro.

Infine, meraviglia delle meraviglie, è sempre lo stesso esecutivo che con il cosiddetto «decreto salva Alcoa», nel 2010, prevede per un numero cospicuo di soggetti sconti sull’elettricità. A noi, invece, toccano gli aumenti. E ora quegli stessi lavoratori che hanno pagato direttamente i benefici dei loro datori di lavoro si ritrovano per strada. Complimenti a tutti, meritate un grosso applauso.

Twitter: @GiorgioVelardi