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“Processo lungo”, l’ennesima mano tesa a criminali e mafiosi

luglio 30th, 2011 by mercantenotizie

Difficilmente, su questo blog, avete trovato articoli che mostrassero, fra le righe, un esplicito orientamentamento politico. E, con altrettanta difficoltà, ne troverete altri a parte questo.

Quanto accaduto venerdì in Senato mi ha portato a riflettere molto e ad uscire, per una volta, dal mio ruolo di semplice “mercante di notizie“. Il cosiddetto “processo lungo” (che nei mesi successivi dovrà passare l’esame della Camera), lo dico subito e senza giri di parole, è una grande porcata, di cui il Governo dovrebbe vergognarsi. In pochi, purtroppo, sanno cosa preveda questa norma che per l’ennesima volta tende la mano ai criminali e ai mafiosi, e allunga a dismisura i tempi dei processi per favorirne la prescrizione. Sono 4 i capisaldi del disegno di legge:

  1. La modifica di alcuni articoli del codice di procedura penale, ovvero il 190, il 238 bis, il 438, il 442 e il 495, in materia di giudizio abbreviato e di delitti punibili con la pena dell’ergastolo;
  2. La norma permette alla difesa di presentare un numero illimitato di testimoni, anche nei processi di primo grado. Il giudice deve sentire tutti coloro che vengono convocati, senza poterne valutare la rilevanza o meno (in caso contrario, l’intero procedimento potrebbe essere considerato nullo). L’imputato potrà inoltre interrogare i testi, come accade in Germania, con l’avvocato che farà da mediatore per evitare errori nel porre le domande;
  3. Si dà l’addio alla “norma Falcone”, la quale prevede che una sentenza passata in giudicato possa essere considerata come prova in un altro processo. Vale lo stesso discorso fatto poco fa: si allungano ulteriormente i tempi per risentire di nuovo gli stessi testimoni, favorendo la prescrizione;
  4. Gli ergastolani non possono chiedere il rito abbreviato (con cui si evita il dibattimento e la decisione viene presa nell’udienza preliminare).

Tutte le norme valgono anche per i processi in corso, purchè questi siano ancora nella fase dibattimentale del primo grado. Come sottolineato in maniera esauriente da Luigi Ferrarella nell’edizione del Corriere della Sera di sabato 30 luglio, questa non è solo una norma ad personam per Berlusconi, ma è allargata a tutti quei delinquenti che sanno, una volta compiuto un reato, di poter anacquare il processo fino a spingerlo ai limiti dell’inverosimile. «Processo lungo, la mafia ringrazia», ha scritto ieri Famiglia Cristiana nell’edizione on line. Non serve aggiungere altro.

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