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Archive for aprile 26th, 2011

Amici come prima

martedì, aprile 26th, 2011

Dopo il vertice bilaterale fra Berlusconi e Sarkozy, Italia e Francia sono tornati ad essere buoni amici. Nelle ultime settimane è successo di tutto, soprattutto sul fronte dell’immigrazione. Ma quando di mezzo ci sono i soldi (tanti) anche le cose più gravi vengono messe da parte, dimenticate.

Già, perchè chi pensa che quello di martedì sia stato solo un vertice per discutere della situazione in Libia e degli sbarchi di immigrati sulle nostre coste, sbaglia di grosso. Di quello si è parlato, per carità, ma alla base c’è altro. Ci sono la scalata di Lactalis su Parmalat, la nomina alla Bce di Mario Draghi e la questione Edison (passata sottotraccia ma comunque esistente).

Andiamo con ordine. Proprio oggi il gruppo agroalimentare francese Lactalis ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto per comprare Parmalat (ne detiene già il 29%). “Non considero questa opa ostile“, ha fatto sapere Berlusconi; certo è che una dichiarazione del genere, alla luce di un piano italiano (Intesa San Paolo, Mediobanca e Unicredit) per comprare l’azienda di Collecchio, non è stata il massimo della furbizia.

Capitolo Draghi: l’attuale Governatore della Banca d’Italia, candidato alla guida della Banca centrale europea al posto di Trichet, ha ricevuto il via libera anche (e proprio) da Sarkozy, che ha fatto eco alla cancelliera tedesca Merkel. In ultimo, Edison. Poco meno di un mese fa, il colosso dell’energia francese Edf ha chiesto e ottenuto la rimozione di Umberto Quadrino, amministratore delegato del gruppo, sostituito con Bruno Lescoeur (vicepresidente di Edf). Alla base della richiesta ci sarebbe la volontà dei francesi di scalare la società che opera nel campo della fornitura di energia elettrica e gas metano, e che il Ministero dell’Economia vorrebbe mantenere sotto il controllo italiano (grazie anche all’ingresso di Enel ed Eni). Non dimentichiamoci, infine, di Air France e del suo 22% in Alitalia.

Amici come prima, quindi. Lo impongono le leggi di mercato.

La Cina sorpasserà gli Stati Uniti? Si, ma solo nel 2016

martedì, aprile 26th, 2011

Nel 2016 la Cina sorpasserà gli Stati Uniti, diventando la potenza economica numero uno al mondo e ponendo fine a quella supremazia  cominciata a fine ’800.

Lo ha rivelato il Fondo monetario internazionale utilizzando l’indice “Ppp“, che misura le economie sulla base del “Purchasing power party“, ovvero la parità del potere d’acquisto. Ebbene, i numeri sono questi: nel 2016 il paese asiatico si espanderà dagli attuali 11,2 mila miliardi di dollari a 19 miliardi, mentre gli USA cresceranno da 15,2 a 18,8 miliardi. Si rovesciano gli equilibri, tanto che da un lato l’economia americana viene descritta “in ripresa“, mentre quella cinese “cresce a velocità maggiore rispetto ad ogni altra area“.

C’è un però. Se infatti la Cina cresce alla velocità della luce, il merito è di una forza lavoro incredibile, il cui bacino di utenza è anche quello delle migliaia di detenuti che affollano le carceri vivendo in condizioni disumane. Ragioniamo su 2 elementi: 

  1. Un recente rapporto di Human Rights Watch (l’organizzazione non governativa internazionale con sede a New York che si occupa della difesa dei diritti umani) sottolinea come il governo cinese gestisca una rete di carceri segrete in cui i cittadini possono scomparire per giorni o mesi e subire abusi di ogni genere (furto degli abiti, violenze fisiche, privazione del sonno e del cibo);
  2. Il “laogai”, letteralmente “riforma attraverso il lavoro”. Nel 1988 il Ministero della Giustizia descrisse gli intenti del sistema in questo modo: “Lo scopo principale dei laogai è quello di punire e riformare i criminali. Per definire concretamente le loro funzioni, essi servono in tre campi: punire i criminali e tenerli sotto sorveglianza; riformare i criminali; utilizzare i criminali nel lavoro e nella produzione, creando in tal modo ricchezza per la società”. 

La Cina è, purtroppo, anche questa.

Se all’Italia piace scomodare la memoria storica

martedì, aprile 26th, 2011

A noi italiani piace scomodare la memoria storica. Tanto. E allora, nel giorno che avrebbe dovuto celebrare la liberazione dal nazi-fascismo, ecco spuntare l’ennesima vergogna in salsa italica: quell’insegna esposta al quartiere Pigneto di Roma, con su scritto: “Work will make you free” (“Il lavoro vi renderà liberi”), che scimmiotta il più noto “Arbeit macht frei” esposto ad Auschwitz durante la dittatura nazista.

Prima dello sdegno bipartisan è andato in scena il classico scaricabarile. “Colpa di cellule neonaziste”, ha detto l’opposizione; “Provocazione da sinistra”, hanno replicato dalla maggioranza, visto anche lo striscione con tanto di stella a cinque punte con lo slogan “Basta morire uccisi dal lavoro e dall’indifferenza” spuntato nel quartiere e firmato da un “Comitato no morti sul lavoro”. In realtà, l’installazione è stata fatta da un “artista” (qui le virgolette sono d’obbligo) che, al giornalista de “Il Fatto Quotidiano” Luca Telese, ha rivelato che non c’è nessuna connotazione politica dietro al gesto, ma solo la voglia di comunicare la condizione di disagio in cui vivono precari ed extracomunitari.

Quel che è certo è che non è la prima volta che questo tipo di accadimenti occupano le pagine dei giornali. Nel novembre scorso, a Treviso, lo stesso motto (adattato in “Fliegen macht frei“, ovvero “Il volo rende liberi“) era stato utilizzato da Francesco Montagner, gestore dell’Aeroclub, per protestare contro la recinzione dell’area imposta dall’Enac per la sicurezza dell’aeroporto Canova. Se ci ricordassimo che dietro quelle poche e ignobili parole ci sono le vite spezzate di sei milioni di persone, forse eviterremo di ripeterle in continuazione. Forse.