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Archive for aprile 24th, 2011

Contraddizioni pasquali

domenica, aprile 24th, 2011

Ai tanti profughi e ai rifugiati che provengono da vari Paesi africani e sono stati costretti a lasciare gli affetti più cari arrivi la solidarietà di tutti. Gli uomini di buona volontà siano illuminati ad aprire il cuore all’accoglienza, affinchè in modo solidale e concertato si possa venire incontro alle necessità impellenti di tanti fratelli“. Il messaggio lanciato da Papa Benedetto XVI durante la messa di Pasqua è chiaro, ma cade in contraddizione con quanto sta accadendo proprio in un luogo sacro, la basilica romana di San Paolo fuori le mura, nelle ultime quarantott’ore.

La scorsa notte dieci dei cento rom sgomberati dal campo abusivo di Casal Bruciato, e che hanno occupato la basilica, non sono stati fatti rientrare all’interno del luogo sacro dopo essere usciti per comparare cibo e pannolini per i più piccoli: la gendarmeria ha infatti transennato l’interno del chiostro per evitare che i nomadi si avvicinassero al cancello. E, ancora, durante l’omelia nessun accenno è stato fatto dal sacerdote celebrante a quanto sta avvenendo all’esterno della struttura.

In molti si dimenticano i dati concreti: in Italia il Vaticano possiede il 20-22% degli immobili (1/4 della Capitale è nelle sue mani), il patrimonio gestito dallo Ior (la Banca Vaticana) sfiora i 6 miliardi di euro e si stimano 200.000 posti letto gestiti da religiosi. Nella sola Roma si contano anche quasi 2.000 enti religiosi, che risultano proprietari di circa 20.000 terreni e fabbricati, suddivisi tra città e provincia.

La Caritas ha annunciato che i rom saranno ospitati in sue strutture, ma se la Chiesa facesse di più (e, abbiamo visto, può eccome) invece di chiedere e predicare, sarebbe davvero un buon inizio.

Il silenzio/assenso del Presidente

domenica, aprile 24th, 2011

Avrete letto tutti, in questi giorni, la polemica esplosa a Milano dopo l’affissione dei manifesti con su scritto: “Via le Br dalle procure“.  L’autore dell’iniziativa, quel Roberto Lassini candidato consigliere comunale, è finito come ovvio nell’occhio del ciclone. Ha presentato la lettera di dimissioni, fatto scoppiare la bagarre all’interno del partito tanto da mettere l’una contro l’altra Letizia Moratti e Daniela Santanchè, provocato la reazione stizzita della Lega Nord e infine inviato una lettera di scuse ai giudici e una (a quanto pare mai arrivata) al Presidente della Repubblica.

In questo quadro già abbastanza complicato c’è poi un elemento che emerge con una certa prepotenza: il silenzio/assenso di Silvio Berlusconi. Il Presidente del Consiglio non ha mai parlato della vicenda, anche se è notizia di oggi che il Premier avrebbe espresso la sua solidarietà a Lassini nel corso di una telefonata avvenuta pochi giorni fa. “Berlusconi ha cercato di consolarmi assicurandomi che mi capiva sino in fondo e che mi era vicino. Si è sfogato a sua volta dicendomi di ritenersi un perseguitato dalle toghe e mi ha convinto ancora di più della necessità di riformare la giustizia. Io comunque ho chiesto scusa per quei manifesti perché sono indifendibili, ma ritengo che il Presidente faccia bene ad alzare la voce contro certa magistratura“, ha dichiarato in un’intervista a “Libero” l’ex sindaco di Turbigo.

Fosse stato per me non mi sarei dimesso da niente - ha continuato Lassini – Questa è tutta una pagliacciata. Il Parlamento è pieno di ladri, che cazzo vogliono da me?“. Per la serie: se ti butti dal ponte io ti seguo. Sembra un ragionamento da bambini dell’asilo, ma invece lo fanno coloro che ci governano.

L’Inghilterra è in trepida attesa per il matrimonio reale. Ma quanto gli costa?

domenica, aprile 24th, 2011

Dagospia l’aveva simpaticamente definita la “Purga Cameron“: la manovra decisa dal primo ministro conservatore che in Inghilterra, entro il 2015, taglierà 81 miliardi, ridurrà i fondi per il welfare di altri 7, brucerà mezzo milione di posti di lavoro pubblici e alzerà l’età della pensione per uomini e donne a 66 anni nel 2020.

Era l’ottobre scorso, sono passati quasi sette mesi, e il focus dell’attenzione mediatica nel regno di Sua Maestà si è spostato sul “matrimonio del secolo” fra William e Kate. Giornali e telegiornali di tutto il mondo (i nostri, manco a dirlo, sono in pole position) ci aggiornano quotidianamente su quanti piatti e bicchieri con le facce dei futuri coniugi sono state vendute, dimenticandosi di dire quanto questo atteso evento costerà alle tasche degli inglesi.

Sebbene il business turistico potrebbe far incassare alla Gran Bretagna circa 600 milioni di sterline, la perdita di giorni lavorativi potrebbe provocare un danno all’economia di ben 5 miliardi. Il 29 aprile, data delle nozze, sarà infatti festa nazionale. Sommati ai festeggiamenti per la Pasqua, gli inglesi avranno a disposizione ben undici giorni di vacanza (tre sono lavorativi, ma in molti hanno sfruttato le arretrate ferie estive in questo periodo), fermando di fatto la produzione.

Ne vale la pena? Finchè i nostri cervelli saranno occupati da notizie inutili e vuote, la risposta è ““.